Strage di Vergarolla,responsabilità di Tito.


Pubblichiamo anche sulla nostra pagina web, l’intervento del Presidente Codarin, pubblicato sul quotidiano Il Piccolo.

Gli accordi di Belgrado del giugno 1945 tracciarono la Linea Morgan che divise la Venezia Giulia in attesa che la Conferenza di Pace stabilisse un nuovo confine. Nella Zona A così individuata (Trieste, Gorizia e l’enclave di Pola) l’amministrazione militare anglo-americana pose fine ai “Quaranta giorni” di terrore che le truppe jugoslave avevano scatenato a guerra finita con una nuova ondata di stragi nelle foibe, di deportazioni e di esecuzioni sommarie. Nella Zona B, invece, l’amministrazione militare jugoslava continuò in Istria e a Fiume a perseguitare le manifestazioni di italianità e a far sparire nel nulla gli oppositori del progetto annessionista di Tito. Nel marzo 1946 gli italiani della Zona A poterono esternare la propria appartenenza nazionale alla Commissione internazionale che doveva studiare il territorio per proporre il nuovo confine, altrettanto non si può dire per i nostri connazionali della Zona B, che doveva sembrare compattamente slava.

Ciò premesso, risulta sorprendente riscontrare che qualcuno addossi le responsabilità della prima e più cruenta strage della storia dell’Italia repubblicana agli inglesi e non voglia accettare il ruolo svolto da elementi provenienti dai ranghi dell’OZNA (la polizia segreta jugoslava) nella strage di Vergarolla del 18 agosto 1946, allorchè l’assegnazione di Pola alla Jugoslavia era quasi certa. Immediata conseguenza dell’eccidio fu l’adesione massiccia dei polesani all’Esodo e lo svuotamento della città in maniera trasversale tra le fasce sociali e politiche, un esito sicuramente gradito alla nomenclatura comunista di Belgrado. Le mine ed i siluri che i britannici avevano accatastato sulla spiaggia di Vergarolla, essendo privi di spolette, erano assolutamente sicuri, ci volevano artificieri esperti per scatenare l’esplosione. È quanto peraltro emerge dalle ricerche pubblicate dal Libero Comune di Pola in Esilio del compianto William Klinger “La strage di Vergarolla: fonti jugoslave” (2014) e di Paolo Radivo “La strage di Vergarolla (18 agosto 1946) secondo i giornali giuliani dell’epoca e le acquisizioni successive” (2015) e da testimonianze come quella di Claudio Bronzin raccolta nel volume a cura di Beatrice Raveggi e Daniela Velli “In tempo di pace. Ispirato alla storia vera di Claudio Bronzin esule istriano” (2023). I nomi emersi in tali circostanze rimandano sempre a personaggi provenienti dalla famigerata OZNA.

La presentazione di una proposta di legge finalizzata all’istituzione di una Giornata nazionale del ricordo dei martiri di Vergarolla e l’assegnazione alla memoria di Geppino Micheletti della Medaglia d’oro al merito della Sanità Pubblica al Quirinale avvenute in questi giorni mi inducono, infine, a chiedere nuovamente che la Commissione parlamentare Stragi prenda in considerazione pure questo dossier.

Renzo Codarin

Presidente Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati (FederEsuli)