La mozione presentata recentemente dall’assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti per chiede al Governo di intervenire in merito alla revoca dell’onorificenza conferita a Tito nel 1969, fa eco a quanto già successo nella precedente legislatura regionale, che vide Roberto Ziberna, allora Vice capogruppo del Popolo della Libertà, chiedere, nel 2013, un’interpellanza (ZIBERNA Revoca onorificenza Tito maggio 2013) all’allora presidente della Regione Debora Serracchiani per un’istanza al Capo dello Stato avente come fine il ritiro della medesima onorificenza.
Nella richiesta dell’attuale sindaco di Gorizia si legge:
<<Gli storici, nei cosiddetti 40 giorni di terrore titino che hanno anticipato l’arrivo degli anglo-americani [a Trieste], considerano determinante la responsabilità politica di Tito per tutte le esecuzioni civili e militari. Si tratta di atrocità inenarrabili e indimenticabili, che fortunatamente la storia, dopo cinquant’anni di silenzio, ha deciso di non cancellare grazie al Giorno del Ricordo che si celebra ogni anno il 10 febbraio, rese ancora più crudeli dalla circostanza che si verificarono a guerra finita. Ma Tito è responsabile, come noto, di una serie di atrocità che costituiscono quelle azioni di pulizia etnica destinata ad allontanare dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia la popolazione autoctona italiana. Con violenze, intimidazioni, processi farsa, foibe, impiccagioni ed annegamenti Tito riuscì a provocare un esodo di 350 mila italiani che temevano per la propria incolumità […]>>.
<<[…] In forza di ciò non si può non ritenere semplicemente contradditorio, ma anche indecoroso, che lo Stato italiano, da un lato, riconosca il dramma delle foibe con il Giorno del ricordo il 10 febbraio, e dall’altro annoveri tra i suoi più illustri insigniti proprio chi ordinò i massacri e la pulizia etnica degli italiani d’Istria e dell’Adriatico orientale. Una barbarie che ancora oggi pesa sul passato, ma soprattutto sul presente e sul futuro di molti italiani che hanno vissuto direttamente o indirettamente il dramma di quegli anni di foibe ed esodo>>.
La mozione di Ziberna concludeva del seguente modo:
<<La competenza di revoca dell’onorificenza sta nelle mani del Capo dello Stato, ma è opportuno che le istituzioni della nostra regione ed in primis la Regione FVG si attivino per promuovere un’azione a difesa della memoria, dignità e sensibilità di una larga parte della sua popolazione>>.
T.E.R.