Otto anni dalla scomparsa di Manuele Braico: cuore ed anima delle Associazioni.


Il ricordo da parte del Vicepresidente di FederEsuli, Fabio Tognoni.

Ricorre in questi giorni, l’ottavo anniversario dalla scomparsa di Manuele Braico, da poco riconfermato alla guida delle Associazioni delle Comunità istriane. Nonostante la malattia che lo affliggeva, Braico aveva voluto continuare a dare il proprio contributo alle attività: “Dovemo farghela” aveva puntualizzato a coloro che gli facevano gli auguri per il suo sessantesimo compleanno, solo due giorni prima. Nato nel campo profughi di Padriciano da una famiglia originaria da Briz di Collalto, tra Momiano d’Istria, Oscurus e Vergnacco, ha lavorato a Trieste, da responsabile presso la cockeria della ferriera di Servola. E’stato vicepresidente dell’Università Popolare, di FederEsuli e dell’Irci, l’istituto Regionale per la Cultura Istriano, Fiumano, Dalmata, di Trieste. Attento alle problematiche dell’esodo, aveva saputo creare una rete di comunicazione efficace tra le associazioni, creando forti sinergie, presentando e facendo conoscere le attività anche a livello pubblico, con chiarezza e determinazione.

 “Se le Associazioni oggi hanno raggiunto un alto livello di riconoscimento da parte dell’ opinione pubblica, per le azioni portate avanti nell’ottica della diffusione della verità storica, lo si deve a Braico – sottolinea Fabio Tognoni, vicepresidente di FederEsuli – Con il rammarico per non averlo conosciuto di persona, ho cercato di comprendere il suo operato attraverso chi ha avuto la fortuna di essergli stato vicino, creando le condizioni per continuare quanto da lui intrapreso, nella creazione di un vero e proprio sistema comunicativo che sappia parlare a tutti coloro i quali conoscono ancora troppo poco la storia di queste terre”.