La replica di FederEsuli all’articolo apparso alcuni giorni fa sul quotidiano “Domani”.
Spiace constatare che la testata Domani abbia finalmente dedicato spazio alla storia dell’Esodo per dare adito ad una ricostruzione faziosa e fitta di pregiudizi di uno degli episodi più emblematici del difficile arrivo nell’Italia del dopoguerra dei profughi istriani, fiumani e dalmati: il “Treno della Vergogna”. Le principali pubblicazioni dedicate all’Esodo hanno raccontato del minacciato sciopero dei ferrovieri della CGIL se quel 18 febbraio 1947 si fosse fermato a ricevere generi di conforto alla stazione di Bologna il treno che stava portando decine di famiglie polesane da Ancona, ove erano sbarcate dalla motonave Toscana, al Centro Raccolta Profughi allestito presso la caserma Ugo Botti di La Spezia. Da Raoul Pupo in “Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio” a Roberto Spazzali in “Pola. Città perduta. L’agonia, l’esodo (1945-47)” passando per Gianni Oliva in “Profughi. Dalle foibe all’esodo: la tragedia degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia”. Alcuni degli esuli che erano a bordo di quel treno hanno raccontato di quell’episodio, scrivendone come fece Lino Vivoda per primo o portando la propria testimonianza in interviste o negli incontri con le scuole o nelle cerimonie istituzionali del 10 Febbraio dopo che la Legge 92/2004 ha istituito la ricorrenza civile del Giorno del Ricordo.
Domani sorvola su tutto questo, ma anche sul fatto che l’amministrazione comunale di Bologna nel 2007, allorchè era sindaco Sergio Cofferati, decise di commemorare ufficialmente questa vicenda apponendo una lapide nella stazione. Inoltre, il 18 febbraio 2024 il Treno del Ricordo fece tappa proprio a Bologna ed il sindaco Matteo Lepore porse ufficialmente ai rappresentanti del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia le scuse per quel che era avvenuto 77 anni prima.
L’autore dell’articolo, già noto per le sue tesi riduzionistiche riguardo foibe ed esodo, ha fatto riferimento all’articolo di un collettivo che ha più volte contestato la memoria pubblica che si va consolidando attorno alla storia della frontiera adriatica grazie alla ricerca storiografica e ad interventi autorevoli come quelli del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tale collettivo sostiene che, siccome la stampa dell’epoca non parlò dell’episodio, allora non è avvenuto: basano tale illazione sulla frettolosa lettura di una tesi di laurea nelle cui conclusioni si ammette di non aver consultato rapporti di polizia o della prefettura e di non aver vagliato la stampa dell’associazionismo giuliano-dalmata, che invece sappiamo che ha dato ampio spazio a testimonianze e ricostruzioni del “Treno della Vergogna”.
Di quanto la stampa italiana dell’epoca abbia trattato con superficialità le vicende dei profughi istriani, fiumani e dalmati è risaputo, così come proprio il Presidente Mattarella ha riconosciuto alle associazioni degli esuli il merito di aver conservato la memoria delle foibe, dell’esodo e dei campi profughi nei lunghi decenni di oblio che precedettero l’istituzione del Giorno del Ricordo. E anche la memoria del “Treno della Vergogna”, così come i superstiti dei campi di sterminio testimoniarono quel che subirono dai nazisti anche se la stampa tedesca dell’epoca non ne aveva parlato.
Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani fiumani e dalmati

